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Rubrica Salute al naturale

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Ancora una risposta ai lettori che ci hanno fatto molte domande sul “lavaggio energetico”, citato marginalmente in precedenti articoli.

Due casi recenti

Anche se non era venuta per questa ragione, Rita ci parlò di un suo un grave handicap: da qualche anno, a seguito di un incidente stradale, non riusciva più a guidare la macchina, nonostante i molti tentativi di superare questo blocco psicologico.

Il quadro generale dei suoi disturbi era tale da rendere consigliabile un “lavaggio energetico”. Ed infatti quando tornò, oltre a stare meglio, aveva ripreso a guidare.

Sergio invece soffriva di attacchi d'asma molto forti, che si erano dimostrati resistenti a tutte le terapie e che furono rapidamente superati grazie a questa tecnica energetica.

Le origini del metodo

Il lavaggio energetico è una tecnica sviluppata da un giovane cardiologo israeliano, il Dott. Nader Butto che, laureatosi in medicina all’Università di Torino, è rimasto molto legato al nostro paese. Svolge così l'attività di cardiologo in Israele e di docente in tutto il mondo ma con spiccata preferenza per l'Italia.

Il suo metodo è nato da una originale elaborazione di varie discipline, tra cui gli studi di Wilhelm Reich, le tradizioni energetiche, sia orientali che sciamaniche, integrate da rigorose basi di fisica quantistica.

Questo rivoluzionario approccio terapeutico è descritto nel suo libro "Il settimo senso",  in cui l'autore dà una valida risposta a temi come: Da dove proviene l'energia che ci anima? Che caratteristiche possiede? Quale rapporto ha con il corpo fisico e come lo influenza? Ed altre ancora più profonde sulle relazioni tra uomo e Divino …

Alla base del lavaggio energetico c'è una constatazione: a volte viviamo dei conflitti interiori che non riusciamo ad elaborare.

Non sempre si tratta di eventi molto importanti, anzi, a volte sono più insidiosi proprio quelli apparentemente più lievi.

Nel tempo si può riuscire ad elaborare il dolore per la morte di una persona cara, proprio perché ci rendiamo conto dell'importanza della perdita. Ma la morte di un gattino, quando non abbiamo saputo ammettere che ci facesse tanto male, potrebbe rimanere "incastrato" nei meandri della nostra struttura psichica profonda.

Un altro esempio abbastanza frequente è quello di persone che hanno subito violenza nell'infanzia e che non sono mai state in grado di dare a queste esperienze il giusto valore emozionale. Questo perché all'inizio lo ritenevano un fatto normale o addirittura se ne sentivano colpevoli oppure ne avevano rimosso il ricordo.

Questi fatti, grandi o piccoli che possano sembrare, creano nella nostra struttura vitale dei blocchi, che possono poi manifestarsi a livello somatico e/o psichico.

Anche nella medicina convenzionale questi processi sono noti e ne vengono studiate le relazioni con il cervello. Semplificando alquanto il discorso (perché in realtà i processi cerebrali non sono strettamente associati a delle aree, ma attivano delle connessioni dinamiche) potremmo dire che queste esperienze condizionanti vengono elaborate in aree profonde del cervello.

Qui sono impressi i condizionamenti che non vengono mediati dalla sfera razionale, che risiede negli strati superiori del cervello.

Un esempio: vedo un serpente e mi ritraggo prima ancora di aver capito cosa sto vedendo. Questa è una reazione "istintiva" che attiva anche le risposte motorie, prima ancora che abbia il tempo di rendermene conto (aree corticali del cervello).

La ricerca scientifica ci dice che le tecniche energetiche, come la meditazione, sono particolarmente efficaci perché ci permettono di accedere a queste aree molto agevolmente e senza passare attraverso la sfera razionale.

Butto va oltre questi concetti e dice:

"Tutto è stato più chiaro soltanto quando ho capito che il cervello funziona come un televisore, come un decodificatore di onde: le onde captate dal nostro corpo energetico, cioè dalla nostra anima, vengono trasferite al cervello per essere analizzate e trasformate in pensieri, ricordi e immagini."

Ma l’utilità e l'efficacia del lavaggio energetico non è limitata a questo.

Da buon metodo olistico usa un approccio che agisce sia a livello energetico sia sul corpo.

Come si pratica

La prima fase del lavaggio energetico consiste nell'indagine (la regressione energetica), che dà all’operatore una visione ampia della persona sotto esame.

Si tratta di una indagine molto profonda, che ricerca il rapporto fra il tipo di malattia, l'organo colpito e il conflitto specifico che ha causato la malattia, fino a permettere la determinazione dell'anno e del mese in cui il conflitto si è verificato. E tutto senza richiedere l'intervento della persona esaminata.

Il “lavaggio” non si usa solo a scopo curativo, ma è utilissimo anche in prevenzione, perché indica i punti deboli e quelli di forza della struttura bioenergetica.

Spesso, conoscendo la data del conflitto, la persona capisce subito di cosa si tratta, e ne rimane a volte stupita, perché non sembrava un episodio meritevole di tanto dolore. Succede anche che al momento non venga in mente nulla. Una volta una signora si ricordò solo dopo qualche giorno che in quel periodo di molti anni prima era stata violentata, ma in seguito aveva rimosso il ricordo.

Il riaffiorare del ricordo cosciente però non è assolutamente necessario alla guarigione che, come abbiamo detto, avviene a livelli molto più profondi.

Tornando al metodo, la fase successiva all’indagine è il lavaggio energetico propriamente detto che, in breve, consiste nel trasmettere una grande quantità di energia al soggetto.

Dapprima si lavora sul corpo, tramite esercizi fisici, che servono a liberare l'energia bloccata.

Al momento giusto inizia la trasmissione dell'energia da parte dell’operatore, fino a provocare un particolare tremito della muscolatura, particolarmente quella delle gambe.

Le reazioni individuali, naturalmente, sono le più varie e come si è detto non è importante quello che emerge a livello cosciente.

Un aspetto decisamente positivo di questo trattamento è che dopo la seduta si è in grado, volendo, di ripetere l'esperienza da soli e di utilizzare "l'auto lavaggio" per mantenersi … lindi.

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